Il caso dell’Italia
L’ultimo caso è quello del Duomo di Torino, dove il parroco don Carlo Franco ha fatto installare nelle navate un pos per consentire ai fedeli di usarlo per le loro offerte. L’esperimento era stato già fatto in una chiesa di Chioggia nel Veneto e aveva già fatto nascere delle perplessità, in particolare riguardo alla mancanza dell’offerta materiale. Don Luca Peyron, docente di teologia dell’innovazione all’Università Cattolica di Milano, ha spiegato ad Avvenire: “Per la Chiesa è importante essere vicina alle persone: se chi arriva viene accolto da una comunità, se ne farà carico anche con un’offerta.Il digitale deve aiutarci a creare connessioni, ma se invece ci disconnette dalle relazioni, diventa un simulacro che in realtà ci disarticola e ci isola”. Bisogna vedere se il metodo avrà successo, considerando che l’Italia è l’ultimo Paese nella classifica UE per pagamenti digitali.
Gli altri paesi
La novità è arrivata negli Usa e in alcuni Paesi Ue più di 15 anni fa. In Spagna, dove il pos è stato introdotto nel 1999, il sistema non è molto diffuso. Francia esistono delle App per fare delle offerte alla propria parrocchia, ma alcune diocesi come Reims e Bordeaux, che avevano sperimentato il pos, hanno deciso di tornare al metodo tradizionale. In Svezia le transazioni in contanti sono solo l’1-2% del totale. Perciò, pagare le offerte con la carta di credito era diventato essenziale.Qui il post originale