Per me, prete di parrocchia, cappellano universitario e
docente, l’odore delle pecore è diventato elettromagnetico, immateriale, al
massimo gel disinfettante. Ma Cristo che attraversa la morte insegna che Covid
19 può essere attraversato, come scrive Paolo, combattendo la buona battaglia e
conservando la fede. O addirittura ritrovandola.
Le parole: se ne spendono tante, se ne scrivono di più, se
ne urlano troppe. Le parole, oggi, sono preziose: non abbiamo altro per
accarezzare le ferite, consolare i cuori, aprire le finestre sul mondo,
continuare ad educare. Credere, oggi, significa scegliere le parole con più
cura, condividerle con attenzione e parsimonia, rendere prezioso e mai banale
quello che ieri davamo per scontato e perennemente disponibile. La Parola oggi
è il modo per rendere presente Cristo nelle nostre case, vere chiese
domestiche. Per noi consacrati spezzare la Parola, rivelandone l’anima
profonda, una missione tanto difficile quanto affascinante. La Parola ossia la
Bibbia, non è un libro di formule magiche, né un manuale di sopravvivenza: è la
narrazione di una storia in cui è possibile leggere ogni storia, la Storia
tutta intera. La fede, in tempo di pandemia, è scoprire allora nella Parola,
facendosi accompagnare, quelle parole con cui dare senso al presente per
disegnare già oggi il futuro. Così possiamo dare corpo alle relazioni e
sconfiggere il male.
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