Il testo si snoda in una prefazione (dell’arcivescovo Angelo Vincenzo Zani), un’introduzione di Istruzioni per l’uso, cui seguono tre capitoli, le conclusioni, una postfazione (di Luciano Floridi) e i ringraziamenti dell’autore. Il tutto in un libro di 160 pagine ma con un potenziale enciclopedico. Lo scopo di Peyron è indicato nel sottotitolo: Custodire l’umano nell’infosfera, «occuparsi dell’uomo e della vita di fronte alla sfida del tempo che ci è dato di vivere» (Prefazione, p. 5).
L’infosfera è questa: la vertiginosa capacità di dare, ricevere, ricercare, rielaborare, rilanciare informazioni, notizie, fatti, storie, materiali di studio, video personali o altrui, e quant’altro in maniera istantanea attraverso i PC, i cellulari, gli orologi da polso. Qui sorgono le domande: quanto c’è di veramente “umano” in questa possibilità? E come possiamo, in quanto credenti, entrare, in maniera umana, nel mondo tecnico dell’informatizzazione in quanto essa è talmente pervasiva nella nostra vita, rischiando di essere condizionati, guidati, plasmati dall’illusoria possibilità di fare qualunque cosa attraverso un click? Peyron vuole dare risposta a tali domande, le quali rimandano a un progetto dov’è in gioco l’umano e la tecnica, in parte contrapposti, ma dov’è necessario trovare una via di interazione e integrazione reciproca.
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Il testo presenta in maniera chiara e divulgativa la problematica che il mondo digitale, definito sinteticamente infosfera, presenta con i suoi chiaroscuri. La divulgazione non fa venire meno la scientificità dei contenuti, grazie a una discreta ma qualificata presenza di note. Manca un apparato bibliografico e un lessico che potrebbe aiutare di più il lettore ad approfondire la tematica. Di certo si tratta di uno studio che può favorire l’approfondimento in percorsi di formazione per operatori pastorali come anche confronti seri con il mondo laico. È auspicabile la continuazione dei temi, con la messa a fuoco pastorale di un’educazione profonda, per favorire il sano utilizzo di quanto il mondo infosferico ci offre.
Carmine Nappo, Asprenas, 4, 2019, 131-136