Luca Peyron, sacerdote della diocesi di Torino incaricato della
Pastorale universitaria, ha pubblicato con Elledici il libro
«Incarnazione digitale – Custodire l’umano nell’infosfera con la
generosità». Una guida per restare umani nel tempo del dominio della
tecnologia. E per usarne gli strumenti da cristiani.
Che cos’è l’infosfera? «Per infosfera si intende la globalità dello
spazio dell’informazione, ossia il cosiddetto cyberspazio (Internet e
tutte le informazioni digitali), i mezzi di comunicazione classici e le
interazioni tra tutti questi media. La presenza della parola ‘sfera’ ci
aiuta a comprenderne il senso, affiancandola a un termine analogo,
biosfera, che è lo spazio in cui abita la vita. L’infosfera non è uno
strumento, ma è l’ambiente popolato dalle informazioni, in cui vivono le
informazioni e in cui anche noi viviamo».
Scrive nella prefazione monsignor Zani, segretario della
Congregazione per l’Educazione Cattolica, che «nel suo libro, don Luca
Peyron accompagna il lettore attraverso un percorso per acquistare
consapevolezza dell’infosfera. Avventurarvisi non è facile: è una
dimensione abituale ma profondamente rinnovata, amplificata dalla
rivoluzione digitale». La riflessione che si sviluppa «da questa prima
suggestione acquista pagina dopo pagina maggiore profondità, indagando
l’uomo senza aggettivi, nella sua integralità».
Insomma, il punto non sono gli strumenti, ma chi li usa, cioè l’uomo.
Il libro non intende insegnare come servirsi di Facebook o Instagram, o
come prevenire e combattere il cyberbullismo, ma piuttosto fornire
«consapevolezza culturale e spirituale», senza le quali l’uomo si
consegna alla macchina, perdendo la sua umanità. La domanda è: quale
mondo stiamo costruendo? La tecnologia s’impadronirà dei cuori e delle
coscienze delle future generazioni più di quanto già oggi non faccia?
Che spazio resterà per la spiritualità e per la stessa fede?
L’infosfera è un ambiente, non fisico, nel quale l’uomo è sempre più
chiamato a vivere. Per non farsene travolgere, occorre abitarlo
consapevolmente, attrezzandosi culturalmente; il credente ha un compito
in più, quello di penetrarvi con l’occhio e il cuore di chi sa
relativizzare tutto alla luce della fede. Spiega l’autore che è come
stare su una barca in tempesta. Il cristiano sa che a bordo c’è anche
Gesù, «il solo davvero capace di dire ai venti e alla tempesta di
tacere, affinché ciascuno possa con serenità raggiungere l’altra riva».
Temi di strettissima e stringente attualità, nel mondo delle news, e troppo spesso delle fake news. Il libro è un prezioso manuale di sopravvivenza.