Istituto Italiano per l’Intelligenza Artificiale, una questione che non riguarda solo Torino


VisitPiemonte promuove una giornata di riflessione su intelligenza artificiale, blockchain, big data e valorizzazione del territorio. Tanti interventi sul futuro I3A, per spiegare che non è solo una questione locale.

Le prospettive offerte da Don Luca Peyron e Paolo Costa.

Era il 4 settembre 2020 quando il governo Conte sceglieva Torino come sede principale per l’Istituto Italiano per l’Intelligenza Artificiale (I3A). L’I3A si pone un duplice obiettivo: da un lato diventare un punto di riferimento per lo sviluppo dell’intelligenza artificiale in Italia, dall’altro attrarre talenti internazionali. Il processo per riuscire a concretizzare il progetto è ancora lungo, ma l’entusiasmo generato dall’iniziativa era già palpabile negli addetti ai lavori che il 26 febbraio hanno partecipato all’evento organizzato da VisitPiemonte: “Intelligenza Artificiale, Blockchain, Big Data: quali prospettive per la valorizzazione del territorio?”


L’intelligenza artificiale, la tecnologia blockchain e i big data rappresentano un’opportunità importante per il turismo, l’arte e la cultura, l’enogastronomia, i trasporti, l’urbanistica e la fruizione sostenibile dell’ambiente. Poco meno di trenta oratori si sono alternati nel corso della giornata toccando i temi legati alla Blockchain, ai Big Data e chiaramente all’IA (anche se è più noto l’acronimo inglese, AI, ci piace usare anche il suo corrispettivo in italiano per riferirci all’intelligenza artificiale). Le emozioni e le reazioni evocate sono state quasi quante gli speaker chiamati a parlare: curiosità, cautela, determinazione, fiducia, meraviglia e molte altre. Ciò che tutti hanno indubbiamente dimostrato è tanta voglia di innovare e di raccogliere gli stimoli offerti dal territorio nell’attesa della concretizzazione dell’I3A.


Intelligenza artificiale ed etica

Guido Boella, Direttore del Dipartimento di Informatica dell’Università di Torino, ha parlato delle opportunità e delle promesse offerte dall’intelligenza artificiale per il settore del turismo. Ciò su cui ha puntato il riflettore però sono state soprattutto le implicazioni etiche da tenere in considerazione per un corretto utilizzo dell’AI. Per questo, da pochi mesi è stata fondata la Società Italiana per l’Etica dell’Intelligenza Artificiale, o SIpEIA. Per poterne fare un uso corretto, è importante chiedersi che cosa vogliamo ottenere dall’intelligenza artificiale, ha concluso Boella.


Sei punti per una relazione positiva con l’IA

A questa domanda ha cercato di rispondere Paolo Costa individuando sei punti da tenere in considerazione per poter avere una relazione proficua con l’IA:


Ricordarsi sempre che la tecnologia non è un fenomeno deterministico: è un fatto sociale che abbiamo i mezzi – e il dovere – di governare.

Dobbiamo considerare che l’IA non è né buona, né cattiva. Nemmeno neutrale, perché non è neutrale il modo in cui la progettiamo.

Curare la relazione fra l’essere umano e la macchina più che la macchina in sé. Quando la macchina non funziona spesso dipende da incomprensioni o relazioni male impostate.

Non pensare che le imprese che usano l’IA in modo sbagliato siano necessariamente guidate da obiettivi malvagi: spesso non hanno gli strumenti per comprendere i mezzi che usano, bisogna aiutarle e non lasciarle da sole.

Serve fare informazione. Dentro e fuori dalla scuola è importante educare a un rapporto corretto con gli algoritmi.

Stimolare una riflessione sull’uso dell’IA per costruire una cornice etica condivisa a livello nazionale e internazionale. La ricerca dev’essere orientata allo sviluppo non solo economico ma anche sociale.

Una riflessione più estesa di Costa si trova nel suo articolo Per una relazione amichevole e proficua con l’algoritmo.


Le radici sociali e culturali di Torino capitale dell’intelligenza artificiale, perché è stata scelta come sede dell’I3A?

Un pannello di quattro oratori ha messo in luce perché Torino sia stata scelta come sede per l’I3A. Marco Pironti, Assessore all’Innovazione Città di Torino, ha ricordato come sia fondamentale mantenere il vantaggio competitivo conquistato il 3 settembre scorso, quando il governo si era espresso a favore di Torino. Per quanto il centro non sia ancora realtà, lui e i suoi colleghi stanno lavorando come se esistesse già, facendo convergere i propri sforzi. Torino è perfetta perché i suoi settori industriali permettono di avere prospettiva circolare che crei sempre più valore aggiunto.


La visione circolare dell'AI per Torino. 

La visione circolare dell’AI per Torino. Immagine presentata durante il convegno ‘Intelligenza Artificiale, Blockchain, Big Data: quali prospettive per la valorizzazione del territorio?’

Barbara Caputo, Docente del Politecnico di Torino, ha poi sottolineato come l’università permetta di presidiare aree molto vaste sia da punto di vista teorico, sia funzionale. La domanda nutre la ricerca di base e il progresso concettuale e tecnologico. Avere due atenei significa formare una base importante: circa 500 ragazzi all’anno si preparano sull’IA moderna. Questi grandi numeri attirano aziende internazionali a venire a posizionare laboratori di ricerca nel territorio.


Chiaramente la situazione è cambiata notevolmente con l’emergenza sanitaria. Se prima del Covid-19 la percezione della transizione digitale era poco più che un miraggio, adesso è una realtà concreta che interessa tutte le industrie. Ha precisato il Vice Presidente Unione Industriale Torino, Massimiliano Cipolletta.


Oltre Asimov: la prospettiva di Don Peyron per inquadrare il rapporto con l’IA

Don Luca Peyron, Coordinatore del Servizio per l’Apostolato Digitale dell’Arcidiocesi di Torino, ha infine sottolineato l’importanza di un centro fisico a Torino. Così come l’Italia e il Piemonte sono stati capaci per secoli di «fare parlare le pietre», per utilizzare un’espressione usata da Don Peyron, allo stesso modo avere un centro dedicato all’IA genererebbe sicuramente interesse nella popolazione. Anche coloro che non si sono mai interessati al tema dell’intelligenza artificiale passeggiando davanti all’I3A difficilmente potrebbero astenersi dal porsi qualche domanda. Citando nuovamente Don Peyron: «Le nostre cattedrali raccontano non solo la fede delle persone ma sono materialmente la cultura di un popolo». La presenza fisica di un centro per l’intelligenza artificiale offre la possibilità di riflettere su questi temi immateriali, che hanno effetti materiali. La volontà di Don Peyron è di allontanare i temi legati all’IA dalle grinfie dei «gran sacerdoti dell’informatica».


Don Peyron ha ripreso le parole di Paolo Costa per invitare tutti noi a una riflessione: «se l’intelligenza artificiale non è né buona, né cattiva, né neutrale, che cos’è?»


Ogni IA deve essere guardata quasi come un soggetto a sé stante, come faremmo con le intelligenze non artificiali: ognuna di loro deve essere educata, come si fa con i bambini. Dobbiamo rivalutare il rapporto che abbiamo con l’intelligenza artificiale per poterla educare a essere come noi. Non bastano più le semplici leggi asimoviane, di carattere difensivo, è necessario inquadrare il rapporto in un’ottica di cooperazione profondamente improntata al positivo.


Don Peyron sogna un’IA capace di «umanizzare l’umano». Un’intelligenza artificiale che non cooperi e basta ma che abbia l’interesse di custodire il suo creatore, così come noi dobbiamo custodire la nostra creatura. Il rapporto uomo-macchina non deve più essere di potenza ma generativo.


Tirando le somme: non solo I3A

Durante l’evento sono intervenuti attori di ampio calibro: dalla Fondazione Compagnia di San Paolo alla Fondazione Torino Musei, passando per altre decine di oratori. Si è parlato di intelligenza artificiale e innovazione sociale, turismo, politiche urbane e territoriali, City Imaging e Blockchain.


Luisa Piazza, Direttore Generale di VisitPiemonte ha chiuso i lavori riprendendo l’obiettivo dell’evento: creare una prospettiva più ampia per comprendere lo stato di avanzamento non solo per ciò che concerne l’I3A ma tutti i temi a esso relativi. Piazza ha esortato a pensare trasversalmente senza guardare solo «nell’orto di casa propria», e su questo spirito ha lanciato un’iniziativa. Ha rivolto un invito a chiunque abbia voglia di immaginare un futuro possibile sull’onda delle nuove tecnologie. Una di queste idee verrà selezionata a giugno e trasformata in realtà entro la fine del 2022. «Turismo e mondo culturale sono stati colpitissimi in quest’ultimo anno», conclude Piazza. «È necessario fare leva sugli elementi positivi e propositivi, per iniziare a scrivere un pezzo del nuovo capitolo».

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