Luca Peyron presenta il suo nuovo libro: Sconfinato. Intervista esclusiva

La bellezza guarisce, la bellezza lenisce, la bellezza rende ragione del vivere

La vicenda dei Magi .. i sapienti venuti dall’oriente, scrivono nella pietra che le stelle che si vedono ci permettono di trovare Dio che è molto più complicato da vedere 

Questa, a poche righe dall’inizio del libro, la luce che guiderà don Luca Peyron per farci scoprire una notte che non è per niente buia.

Passo passo, cammineremo con lui alla scoperta del cielo, di Dio e di noi stessi. 

Don Luca Peyron cita Vincent van Gogh:” Quando sento il bisogno di religione, esco di notte a dipingere le stelle “.

Così dobbiamo fare noi: le stelle come medicina della nostra vita.Don Peyron, raccontandoci di luoghi dove “il Cielo ha una gran voglia di sconfinare sulla Terra “, ci fa meravigliare e riflettere. Fra stelle e passi della Bibbia, don Peyron ci guida, ci indica la strada come la famosa stella cometa guido’ i Re Magi.

Ci scanniamo sulla terra perché semplicemente non sappiamo o abbiamo del tutto dimenticato che esiste un cielo. Tutti dovremmo risplendere, ma imparando  dalle stelle che non si offuscano le une con le altre”

Il cielo allora offre a don Peyron e a tutti noi uno spazio per riflettere. Ne uscirà la definizione di peccato. La nostra povertà è essere nati senza cielo, illusi dalle sue rappresentazioni, luccicanti ma non splendenti.

Il pensiero va a Luce dona alle menti, pace infondi nei cuor  visto anche il periodo natalizio.

Cosa impedisce alla terra di essere cielo? All’umano di essere Dio?: una provocazione forte che don Peyon ci lancia. Fra veder le stelle e riflettere su Dio, don Luca Peyron ci racconta anche le sue esperienze coi giovani, ai quali lui tiene molto, unendo ritiri spirituali e notti di astrofotografia. Il cielo stellato ci aiuta a riflettere, a farci domande. Il cielo c’insegna che tanto più un oggetto è lontano, tanto più sembra piccolo e ha contorni confusi… come la luna. Forse anche come Cristo.

Don Luca Peyron, studi classici, laurea in Giurisprudenza, mandatario italiano ed europeo presso l’ufficio per l’armonizzazione del  mercato interno dell’unione europea; cattedra di Diritto industriale presso l’Università di Torino. Nel 2001 consegue il baccalaureato in Teologia. Nominato Direttore della pastorale universitaria dell’Arcidiocesi di Torino. Assistente ecclesiastico della Federazione universitaria cattolica italiana. E’ faculty fellows del Centro Nexa su internet e società del Policlinico di Torino, fa parte el Consiglio scientifico dello Humane Technology Lab dell’Università Cattolica del Sacro cuore; è Responsabile della pastorale della cultura tecno scientifica dell’Arcidiocesi di Torino  e molto altro ancora.

Abbiamo avuto  l’onore d’intervistare Luca Peyron

Da dove nasce l’idea dello “sconfinato”?

Dal desiderio di condividere la bellezza del cielo e quanto possa fare bene alla terra ed al cuore. Lo sconfinato del libro è un participio non un aggettivo: Il cielo sconfina sulla terra, è sconfinato e speriamo continui a farlo. Per darci vita fisica e speranza spirituale.

Quando/come nasce la Sua passione per il Cielo? È contemporanea alla vocazione?

La passione per il Cielo è parte della mia vocazione quella per il cielo è una scoperta dei miei 50 anni di vita, un giro di boa attraverso cui navigo in un nuovo mare. Sconfinato è la seconda puntata, la prima si chiama Cieli Sereni ed è il racconto, appunto di questo giro di boa. Lascio dunque la curiosità al lettore.

Lei lavora molto coi giovani e a progetti educativi: come si rapportano i giovani con la fede e con  il Cielo ?

Ho fatto per più di un decennio il cappellano universitario ed uno dei temi ricorrenti è stata la

presunta incompatibilità tra scienza e fede. Don non posso studiare fisica 1 e venire a Messa. Il cielo è stato ed è per me uno strumento per far toccare con il cuore che mostrare e dimostrare sono passi di un cammino che porta alla medesima pienezza di vita.

Dio come stella polare: è ancora così per le nuove generazioni?

I giovani di oggi, come quelli di ieri, sentono il bisogno di significato e senso per la loro vita.

Tutti siamo, più o meno consapevolmente, alla ricerca del senso ultimo del nostro esistere. Le nuove generazioni, che hanno una sensibilità particolare per i temi dello spirito, si sono trovati in un mondo in cui le narrazioni di senso che li ha preceduti sono fallite. Denaro, potere,  carriera, bellezza: hanno fatto dei loro genitori persone non felici. Cercano dunque felicità altrove. Non necessariamente in Dio, non nel Dio di Gesù Cristo. Per me, come è stato per san Paolo ad Atene, la missione della Chiesa di oggi e la mia personale: dare un nome al Dio ignoto.

Lei scrive :” Quando la bellezza è autentica non smetteresti mai di fissarla”.  Cos’è oggi bellezza?

Armonia e pace. Qualcosa, o qualcuno, che dia equilibrio e sia un orizzonte, un obbiettivo. La bellezza guarisce, la bellezza lenisce, la bellezza rende ragione del vivere. Quella autentica, che non è estetica, ma intima convinzione che esiste un perché ma soprattutto un per chi ha senso vivere e spendersi anche sino alla morte.

Il Papa ha da poco detto che un libro che parla di se’ è “ La pratica della presenza di Dio”. Quali sono invece le letture che Lei ritiene fondamentali?

Potrà essere scontato ma la Bibbia. Il Cielo profondo mi ha restituito un modo nuovo, non alternativo ma complementare, di leggere la Scrittura. Padre nostro che sei nei cieli è la

preghiera di Gesù. E poi amo molto gli scritti di Matta el Meskin, un monaco copto che mio

cognato mi ha fatto scoprire. E poi Madeleine Delbrêl e Maurice Zundel. L’elenco sarebbe

lungo. Divoro libri oltre a divorare fotoni.

San paolo edizioni, 2025

Leggerlo perchè

E’ una lettura molto piacevole: sembra di esser con don Peyron a rimirare il cielo ma, proprio perchè siamo con lui, la sua grande umanità ci accompagna in riflessioni profonde.

Neo

Lascia una gran voglia di “uscire a riveder le stelle”


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